I movimenti sociali dell’America Latina delineano la solidarietà con l’alleanza ALBA

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Di Federico Fuentes

28 maggio 2013 -- Znetitaly.altervista.org -- Un importante vertice di significato mondiale, svoltosi in Brasile dal 16 al 20 maggio, è passato in gran parte inosservato dalla maggior parte degli organi di stampa, comprese molte fonti di sinistra e progressiste.

Questo vertice non è stato del solito tipo, che coinvolge capi di stato e capitani di industria.

E’ stato invece un raduno di rappresentanti di movimenti sociali di tutta l’America Latina e dei Caraibi – luogo della maggior parte delle lotte e delle ribellioni popolari dei recenti decenni.

Questa regione rimane anche l’unica dove è comparsa un’alternativa al capitalismo neoliberale a mandare avanti questa alternativa è l’Alleanza Bolivariana dei Popoli della Nostra America (ALBA). Capeggiata dai governi liberali di Venezuela, Bolivia, Ecuador e Cuba, annovera 8 stati membri, ma cerca di rapportarsi con i movimenti popolari, non soltanto con i governi.

Lo scopo del raduno in Brasile che è il la prima Assemblea continentale dei movimenti sociali verso l’ALBA, doveva andare oltre un semplice luogo di discussione. Mirava a istituire una coalizione che potrebbe, come si afferma nella dichiarazione finale, “costruire un’integrazione dei movimenti sociali dal basso e da sinistra, promuovendo la solidarietà dell’ALBA e dei popoli contro il progetto imperialistico.”

I)l documento definisce l’ALBA come “essenzialmente un progetto politico, anti-neoliberale, e anti- imperialistico. E’ basato su principi di cooperazione, complementarietà e solidarietà che cerca di accumulare forze popolari e istituzionali per una nuova dichiarazione della indipendenza Latino-Americana.

“E’ un movimento di popoli e per i popoli, per l’integrazione dei popoli, per la vita, la giustizia, la pace, la sovranità, l’identità, l’uguaglianza, per la librazione dell’America Latina, attraverso un’autentica emancipazione che concepisca un socialismo Indo-Afro-Americano.

L’assemblea ha anche adottato il nome “Hugo Chvez” in onore del presidente venezuelano di recente scomparso, che insieme al leader Fidel Castro è stato il primo a proporre l’ALBA.

Non è stata una coincidenza che l’assemblea si sia tenuta nello stato di San Paolo alla scuola nazionale di educazione del Movimento brasiliano dei lavoratori senza terra (MST), che è non soltanto il più grande e il più famoso movimento sociale nella regione, ma anche un proponente fondamentale di questa iniziativa.

Parlando con Green Left Weekly (un giornale socialista australiano, n.d.t.), nel novembre 2011, il coordinatore del consiglio del movimento sociale ALBA, Ruben Pereira, ha detto: “Al nono vertice dell’ALBA a Caracas nell’aprile [2010], al consiglio del movimento sociale è stato offerto uno spazio per proporre politiche sociali ed economiche per l’ALBA, piuttosto che sollevare semplicemente preoccupazione settoriali.”

E’ diventato, tuttavia, subito chiaro che molti movimenti sociali di paesi che non fanno parte dell’ALBA, in particolare il Movimento dei Lavoratori senza terra del Brasile, (MST), che si era incontrato con Chavez per discutere l’iniziativa, volevano fare parte di una coalizione di tutti i movimenti sociali che appoggiano il progetto dell’ALBA.

Rivolgendosi all’assemblea, il capo del MST, Joao Pedro Stedile, ha detto che il raduno rappresentava la terza fase della lotta dei movimenti sociali dell’America Latina.

Secondo un rapporto del 16 maggio della Comunicazione sui -movimenti ALBA, Stedile ha detto che la prima fase, dal 1990 al 1998, ha rappresentato “un momento di resistenza, in cui eravamo in grado di fermare l’avanzata del neoliberalismo e dell’imperialismo, e quando le reti, le organizzazioni e i forum continentali sono cominciati ad apparire, e che ha avuto come il suo punto culminante la schiacciante vittoria di Chavez nel 1998, quando è stato eletto presidente per la prima volta.

La seconda fase ha compreso una serie di dibattiti e di riunioni che hanno portato alla creazione dell’Assemblea dei Movimenti Sociali, un’ampia alleanza neo-liberale, che però non ha il socialismo come suo scopo esplicito. In questo periodo sono stati anche eletti altri governi progressisti e sono state create organizzazioni regionali di integrazione a base governativa .

La terza fase, tuttavia, ha richiesto che i movimenti sociali “creassero una proposta per l’integrazione indipendente dei governi, sebbene unita allo stesso progetto,” ha detto Stedile. I movimenti sociali avevano bisogno di “uno spazio autonomo, con l’obbligo morale di criticare e appoggiare questi governi quando era necessario.”

Un esempio di questa posizione di appoggio critico è stato l’appello dell’Assemblea di porre fine all’occupazione di Haiti da parte dell’ONU, che coinvolge molte truppe di paesi Latino-Americani, compresa la Bolivia, membro dell’ALBA.

Tuttavia la Coalizione Continentale dei movimenti sociali verso l’ALBA, di recente formazione, ha identificato chiaramente il principale nemico: l’imperialismo statunitense.

Il documento finale osserva che dall’inizio della crisi economica globale, gli Stati Uniti hanno scatenato “in tutto il continente una controffensiva imperialista più grande, espressa per mezzo di una presenza più numerosa di multinazionali nei nostri territori; il saccheggio delle nostre risorse naturali e la privatizzazione dei diritti sociali; la militarizzazione del continente, la criminalizzazione e la repressione della protesta popolare; il coinvolgimento degli Stati Uniti nei colpi di stato in Honduras e in Paraguay; la destabilizzazione permanente dei governi progressisti latino-americani; il tentativo di recuperare l’influenza politica ed economica per mezzo di iniziative come l’Alleanza del Pacifico e altri patti internazionali.

“All’interno di questo contesto, caratterizzato da una parte un imperialismo offensivo, ma anche dall’aprirsi di nuove possibilità nella direzione del progetto delineato dai governi dell’ALBA, il coordinamento tra i movimenti sociali in tutto il continente è più necessario che mai.”

Sono state adottate molte proposte, compresa la creazione di una casa editrice, l’istituzione di una rete di organi di stampa del movimento ALBA, e giornate in tutto il continente dedicate all’azione contro l’occupazione di Haiti, in appoggio al presidente venezuelano Nicolas Maduro e alla rivoluzione bolivariana , contro la militarizzazione, e in difesa dell’ambiente.

E’ stata formata una segreteria organizzativa, composta di delegati provenienti da Brasile, Argentina, Cuba, Venezuela e Colombia, con lo scopo di aiutare a consolidare i gruppi a base locale della coalizione a consolidarsi. Analogamente, è stata istituita una commissione di coordinamento, formata da due rappresentanti di ogni paese e di molti gruppi di lavoro: per i media, l’istruzione, la mobilitazione/solidarietà.

Segue qui sotto una traduzione della dichiarazione finale dell’Assemblea:

Dal 16 al 20 maggio, alla Scuola Nazionale Florestan Fernadez, nel municipalità di Guararema, nello stato di San Paolo, in Brasile, noi – più di 200 delegati che rappresentano i movimenti delle donne, i movimenti contadini, urbani, indigeni, studenteschi, giovanili, dei lavoratori e quelli agricolo-ecologici, e le organizzazioni di 22 paesi – hanno costituito la Prima assemblea continentale dei Movimenti sociali verso l’ALBA (Alleanza Bolivariana per i popoli delle nostre Americhe).

* * *

Siamo venuti qui come parte di un processo storico che ci aveva visto uniti in forum, campagne, reti internazionali, organizzazioni di settore e in varie lotte all’interno dei nostri paesi, sollevando in alto i medesimi vessilli di lotta e condividendo li stessi sogni di trasformazione sociale.

Stiamo vivendo una nuova epoca nelle Nostre Americhe che negli anni recenti si è espresso in varie mobilitazioni e ribellioni popolari, tentativi di superare il neoliberismo e nella costruzione di una società alternativa che sia giusta e onnicomprensiva, un qualcosa che è ora sia possibile che necessaria.

La sconfitta della FTTA (Free Trade Agreement of the Americas), Accordo per il libero mercato delle Americhe, del 2005 era la prova che esisteva l’opposizione dei movimenti sociali e una nuova configurazione geopolitica del continente, caratterizzata dalla comparsa di governi popolari che hanno osato affrontare l’impero. Il suo elemento più avanzato, al riguardo, lanciato nel 2004 da Fidel Castro e da Hugo Chavez, si chiama ora Alleanza Bolivariana per i popoli delle nostre Americhe (ALBA).

L’ALBA è essenzialmente un progetto politico, contro il neoliberalismo e antimperialista, è basato sui principi della cooperazione, della complementarietà e della solidarietà, che cerca di accumulare un forze popolari e istituzionali per una nuova dichiarazione di indipendenza Latino-Americana, un movimento di popoli e per i popoli, per l’integrazione del popolo, per la vita, la giustizia, la pace, la sovranità, l’identità, l’uguaglianza, per la liberazione dell’America Latina, attraverso un’autentica emancipazione che concepisce un socialismo Indo-Afro-Americano.

L’impero, continua, tuttavia, a mobilitarsi contro la riorganizzazione delle forze popolari e contro la comparsa di nuovi progetti autonomi per l’integrazione della Grande Patria. Dopo le prime ribellioni contro il neoliberalismo, gli Stati Uniti hanno cominciato a orientare di nuovo la loro politica estera, cercando di recuperare la loro egemonia sul processo continentale in varie sfere: economica, militare, legale, culturale, mediatica, politica e culturale.

L’esplosione della crisi capitalista nel cuore di Wall Street nel 2008, ha rafforzato questi piani. Da allora abbiamo visto una maggiore controffensiva antimperialista in tutto il continente, espressa tramite un’accresciuta presenza di multinazionali nei nostri territori, il saccheggio delle nostre risorse naturali e la privatizzazione dei diritti sociali; la militarizzazione del continente, la criminalizzazione e la repressione della protesta popolare; il coinvolgimento degli Stati Uniti nei colpi di stato in Honduras e in Paraguay; la destabilizzazione permanente dei governi progressisti latino-americani; il tentativo di recuperare l’influenza politica ed economica per mezzo di iniziative come l’Alleanza del Pacifico e altri patti internazionali.

All’interno di questo contesto, caratterizzato, da un imperialismo offensivo da una parte, ma anche dall’aprirsi di nuove possibilità nella direzione del progetto delineato dai governi dell’ALBA, il coordinamento tra i movimenti sociali in tutto il continente è più necessario che mai.

Dobbiamo affrontare la sfida storica di coordinare le nostre resistenze a di andare all’offensiva con un’ideologia originale e nuove proposte per un modello di civiltà che si basi sulle migliori tradizioni dei nostri popoli.

Ratifichiamo i principi, le linee guida e gli obiettivi che ci siamo prefissi nella nostra prima Carta dei movimenti sociali delle Americhe per costruire l’integrazione continentale dei movimenti sociali dal basso e da sinistra, promuovendo l’ALBA e la solidarietà dei popoli contro il progetto dell’imperialismo.

Affermiamo il nostro impegno nel progetto dell’integrazione Latino Americana di continuare le lotte anticoloniali, anticapitaliste, antimperialiste e antipatriarcali, basate sul principio della solidarietà permanente e attiva tra i popoli, per mezzo di azioni concrete contro tutte le forme di potere che opprimono e dominano.

Riaffermiamo il nostro impegno di raggiungere l’autodeterminazione dei nostri popoli, e la sovranità popolare in tutte le sfere: territoriale, alimentare, energetica, politica, culturale e sociale.

Difenderemo la sovranità dei nostri popoli di decidere che cosa avviene nei loro territori, alle loro risorse naturali e ci impegniamo a difendere i diritti della Madre Terra.

I movimenti sociali delle Nostre Americhe chiedono:

-Di promuovere l’unità regionale e l’integrazione su un modello alternativo, sostenibile, duraturo e basato sulla solidarietà, dove i modelli di produzione e riproduzione siano al servizio dei popoli.

- Di rilanciare le lotte delle masse e la lotta di classe a livello nazionale, regionale e continentale,per fermare e smantellare i programmi e i progetti capitalisti neoliberali.

-La creazione di reti efficaci e di coordinamento tra gli organi di stampa popolari che possano permettici di realizzare una battaglia di idee, e di porre fine alla manipolazione dell’informazione da parte delle imprese che possiedono e gestiscono i media.

- Intensificare i nostri processi di educazione politica e ideologica per rafforzare le nostre organizzazioni e anche per andare avanti con i nostri processi di unità che sono coerenti e consapevolmente in accordo con le trasformazioni necessarie.

Allo stesso tempo:

- Dichiariamo il nostro appoggio e solidarietà al popolo colombiano in questo momento cruciale del processo di dialogo e di negoziato verso la firma di un trattato di pace basato sulla giustizia sociale e che risolve realmente i problemi che hanno dato origine al conflitto armato. Prestiamo attenzione allo sviluppo di questo processo e siamo disponibili a collaborare ed accompagnarlo in qualunque modo il popolo colombiano consideri appropriato.

- Dichiariamo il nostro appoggio al governo bolivariano del Venezuela, guidato dal compagno presidente Nicolas Maduro, che rappresenta la volontà popolare inequivocabile del popolo venezuelano che si è manifestata nelle elezioni del 14 aprile, davanti ai continui tentativi di destabilizzazione della destra che cercano di ignorare la decisone sovrana del popolo e guidano il paese verso la crisi economica e istituzionale.

La coalizione continentale dei movimenti sociali verso l’ALBA fa parte di un processo di emancipazione fino dalla rivoluzione di Haiti fino a oggi ha cercato di costruire una società più giusta e profondamente umana. Il nostro impegno è di continuare l’eredità di milioni di rivoluzionari come Bolívar, San Martín, Dolores Cacuango, Toussaint L’Overture, José María Morelos, Francisco Morazán, Bartolina Sisa e molti altri che in solidarietà hanno dedicato la vita a questi ideali.

Riaffermando la nostra storia, la nostra Assemblea ha adottato il nome di uno di loro, il nostro comandante Hugo Chavez che onoriamo alzando di nuovo in alto i suoi vessilli della lotta per l’unità e la fraternità tra i popoli di questa patria grande, libera e sovrana.

“L’unità e l’integrazione delle Nostre Americhe è il nostro obiettivo e il nostro sentiero!”

*Alleanza Bolivariana per i popoli della Nostra America

[Tradotto da Federico Fuentes. Insieme a Roger Burbach e a Michael Fox, è coautore di: Latin America’s Turbulent Transitions: The Future of Twenty-First-Century Socialism (Zed Books 2013). [Le transizioni turbolente dell'America Latina: il futuro del socialismo del ventunesimo secolo.] Fuentes dirige anche il quotidiano on line Bolivia Rising.]