Violenze in Venezuela: miti e fatti

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[English at https://www.greenleft.org.au/node/56008]

di Federico Fuentes – 6 marzo 2014

Di seguito l’attivista della Rete di Solidarietà Australia-Venezuela, Federico Fuentes, offre risposte a domande comuni sui recenti avvenimenti in Venezuela. Ai fatti chiave è fatto riferimento in larga parte attingendo a canali mediatici che non possono essere identificati come filo-governativi.

I recenti disordini in Venezuela sono dovuti alla repressione governativa di proteste pacifiche?

No. Questa versione degli eventi, ampiamente diffusa dai media, ignora il fatto che le forze di polizia hanno agito solo dopo che gruppi in seno alle proteste hanno avviato azioni violente. Nel caso della prima dell’attuale serie di proteste che hanno attirato l’attenzione dei media, a Tachira, il 6 febbraio, la polizia si è mossa solo dopo che piccoli gruppi di manifestanti avevano attaccato gli uffici governativi e la sede del governatore locale. http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/140206/maduro-quieren-apl…

Quando, il giorno dopo, ci sono state manifestazioni a Merida, le forze di polizia sono intervenute solo dopo che dimostranti armati avevano messo in atto azioni quali il dirottamento di camion che trasportavano cibo e medicinali. http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/140207/herido-estudiante-…

Nel corso delle proteste a Caracas, il 12 febbraio, che attirato l’attenzione mediatica internazionale a causa dei morti di quella giornata, ci sono chiare prove che le forze di polizia sono passate all’azione solo dopo che un piccolo gruppo di dimostranti le aveva attaccate, aveva distrutto l’ufficio del procuratore generale e incendiato cinque veicoli della polizia. http://www.elsoldemargarita.com.ve/posts/post/id:128117

Nulla di tutto questo intende negare che ci sono stati casi di casi in cui la polizia ha usato la mano pesante o scusare la morte di dimostranti. Un fatto che i media hanno zelantemente ignorato è che 11 membri delle forze di polizia venezuelane e tre soldati della Guardia Nazionale Bolivarista sono stati arrestati e incriminati in seguito a prove di reati.

Per quanto riguarda i due morti del 12 febbraio (uno studente dell’opposizione e un sostenitore del governo), sono stati arrestati otto agenti del SEBIN (servizi segreti) per aver violato ordini rigorosi di non scontrarsi con i dimostranti. Il capo del SEBIN è stato sostituito. http://www.ultimasnoticias.com.ve/noticias/actualidad/sucesos/ocho-funci…

Il disegno è chiaro: piccoli gruppi di dimostranti hanno consapevolmente cercato di incitare la violenza e di provocare le forze di polizia.

Lo schema è tanto più evidente quando si guardi al bilancio delle vittime.

Il 5 marzo ci sono stati 19 morti che potrebbero essere attribuiti direttamente alle proteste. Di questi, tre sono stati attribuiti alle forze di polizie statali (tra cui una di un sostenitore del governo). http://www.cepr.net/index.php/blogs/the-americas-blog/venezuela-who-are-they-and-how-did-they-die

In confronto i dimostranti dell’opposizione hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco due soldati della Guardia Nazionale e un fratello di deputato parlamentare.

Altri sei sono rimasti uccisi in conseguenza dei blocchi stradali dell’opposizione (tra cui due motociclisti quasi decapitati dal filo spinato steso attraverso le strade dai dimostranti).

Almeno trenta sono stati i morti indirettamente causati dai blocchi stradali che hanno impedito l’accesso ai pronti soccorso o ad altri servizi vitali.

E’ importante ricordare che le forze di opposizione di estrema destra hanno continuamente usato la violenza contro sostenitori del governo. Dopo le elezioni presidenziali dell’aprile dell’anno scorso, undici persone – tutti sostenitori del governo – sono state uccise nei giorni delle proteste violente. Nessuno ha ricevuto la copertura mediatica che costatiamo oggi.

Queste manifestazioni sono una reazione a rivendicazioni legittime?

Nemmeno il governo del presidente Nicolas Maduro nega che il Venezuela sta affrontando sfide cruciali riguardo alla criminalità e all’economia. Ma è chiaro che queste proteste sono state organizzate da forze di destra che, incapaci di sconfiggere i candidati socialisti alle elezioni, stanno cercando di deporre il governo con mezzi violenti.

Solo due mesi prima dell’inizio delle agitazioni attuali, i candidati filogovernativi avevano conquistato il 54% dei voti in elezioni amministrative a livello nazionale, riconosciute come legittime dall’opposizione. http://www.americaeconomia.com/analisis-opinion/elecciones-municipales-en-venezuela-hito-del-chavismo-sin-chavez

E’ questo il motivo chiave per il quale dirigenti dell’opposizione, come Leopoldo Lopez del partito Volontà Popolare, hanno affermato ripetutamente che il solo modo per liberarsi del governo Maduro era scendere in piazza. http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/140124/dirigentes-invitan…

Il 2 febbraio, quattro giorni prima che iniziassero le proteste studentesche a Tachira, Lopez e il presidente della federazione studentesca, allineata all’opposizione, dell’Università Centrale del Venezuela hanno tenuto una manifestazione pubblica.

Lopez ha sollecitato i sostenitori dell’opposizione a scendere in piazza a Caracas il 12 febbraio, Giornata Nazionale della Gioventù, affermando: “Il problema non è soltanto Maduro; sono i capi di tutti i poteri pubblici … devono andarsene tutti.” http://www.laverdad.com/politica/45606-la-oposicion-retoma-las-calles-con-la-salida.html

Con questo in mente, i leader studenteschi allineati a Volontà Popolare hanno istigato le proteste il 4 febbraio a Tachira. Hanno provocato scontri con la polizia e usato immagini di “repressione” per dare slancio alla dimostrazione del 12 febbraio.

Lungi dal trattarsi di proteste spontanee per problemi sociali o economici, queste proteste hanno rappresentato un tentativo di aggirare il processo democratico per abbattere il governo eletto.

Chi è Leopoldo Lopez?

Lopez è un ex sindaco di Chacao, una municipalità che copre alcuni dei quartieri più ricchi di Caracas e dove ha avuto luogo la maggior parte delle dimostrazioni recenti. Da sindaco ha attivamente appoggiato il colpo di stato militare che nel 2002 depose per poco tempo il presidente Hugo Chavez e portò all’arresto dell’allora ministro dell’interno Ramon Rodriguez Chacin. http://www.npr.org/blogs/thetwo-way/2014/02/20/280207441/5-things-to-know-about-venezuelas-protest-leader

Lopez è stato giudicato colpevole di accuse di corruzione risalenti al periodo in cui era dipendente della compagnia petrolifera nazionale PDVSA, quando distrasse fondi per la creazione di un nuovo partito politico.

Ciò nonostante è chiaro che Lopez e altre figure dell’opposizione hanno ricevuto sostegno finanziario dagli USA come contributo alla loro campagna per liberarsi prima di Chavez e oggi di Maduro.

Cablo dell’ambasciata USA resi pubblici da WikiLeaks descrivono Lopez come una “figura divisiva in seno all’opposizione … E’ spesso descritto come arrogante, vendicativo, affamato di potere… “. http://www.cablegatesearch.net/cable.php?id=09CARACAS1408&q=leopoldo-lopez

Ciò nonostante i cablo rivelano una campagna concertata di Washington per promuovere e mantenere l’unità tra i portavoce dell’opposizione, tra cui Lopez. http://venezuelanalysis.com/analysis/10388

I cablo dell’ambasciato hanno rivelato anche che il governo USA ha finanziato partiti di opposizione, tra cui quello di Lopez. Solo quest’ano, il governo USA ha destinato altri 5 milioni di dollari a gruppi di opposizione. http://www.wikileaks.org/plusd/cables/04CARACAS2224_a.html

Il governo venezuelano controlla tutti i media?

No. Più del 70% dei media in Venezuela è di proprietà privata, con il 25%  in mani della comunità e solo il 5% nelle mani dello stato. http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america-19368807

Inoltre il 40% delle famiglie ha la televisione via cavo, con accesso a Fox e CNN in spagnolo.

Quasi tutti i media privati hanno mostrato pregiudizi a favore dell’opposizione. Uno studio delle tre stazioni televisive principali, condotto dal Centro Carter nel corso delle elezioni presidenziali del 2013, ha riscontrato che esse avevano dedicato il 79% dei loro servizi sulle elezioni al candidato dell’opposizione Capriles. https://www.cartercenter.org/news/pr/venezuela-070313.html

Gli stessi canali mediatici hanno trasmesso costanti servizi sulle proteste recenti e dichiarazioni dei leader dell’opposizione. http://www.cepr.net/index.php/blogs/the-americas-blog/does-venezuelan-te…

Ci sono stati molti casi di canali mediatici che hanno deliberatamente presentato resoconti falsi di ciò che sta succedendo in Venezuela. Un esempio è la continua falsa rappresentazione della proprietà dei media in Venezuela. http://www.fair.org/blog/2014/02/27/nyt-corrects-venezuela-tv-falsehood/

L’esempio più sfrontato è la continua affermazione dei canali mediatici, in Venezuela e a livello internazionale (come El Universal e il New York Times, per fornire due esempi), che un giovane è rimasto ucciso a causa di azioni della polizia a Tachira. http://www.eluniversal.com/nacional-y-politica/140228/fallecidos-durante…  http://www.nytimes.com/2014/02/25/world/americas/in-venezuela-middle-class-joins-protests.html?ref=americas&_r=0

Questo nonostante un video che mostra che è caduto da un edificio. Nessuna correzione è stata diffusa da alcuno di questi canali. http://venezuelanalysis.com/news/10410

Ma il governo Maduro è una dittatura? Com’è possibile deporlo se non mediante proteste di piazza?

Maduro è stato eletto democraticamente. Il movimento politico che egli rappresenta ha vito 17 delle 18 elezioni nazionali a partire dalla prima elezione di Chavez nel 1998.

Nonostante certe affermazioni dell’opposizione, il sistema elettorale venezuelano è stato descritto dall’ex presidente statunitense Jimmy Carter, il cui Centro Carter osserva le elezioni in molti paesi, come “il migliore del mondo”. http://www.youtube.com/watch?v=fBwQ40TtCFA

Dal solo ottobre del 2012 i venezuelani si sono recati alle urne quattro volte. Ogni volta i risultati delle elezioni sono stati verificati da numerose squadre di osservatori internazionali.

Le forze d’opposizione hanno gridato alla frode dopo che Maduro ha vinto di stretta misura le elezioni dello scorso aprile, ma non è mai stata presentata alcuna seria prova di brogli. Un riconteggio ha dimostrato che i risultati erano corretti. Inoltre i candidati dell’opposizione non hanno presentato alcun reclamo quando lo stesso sistema di voto è stato usato nelle elezioni di consigli municipali a dicembre.

Ciò che le elezioni hanno ripetutamente dimostrato è che il movimento “Chavista” resta la forza politica più vasta del paese.

E’ precisamente perché l’opposizione di destra non ha vinto le elezioni che si è data alla violenza, proprio come aveva fatto nel 2002 con il fallito colpo di stato contro Chavez.

Le proteste per far cadere un governo illegittimo sono una cosa. Le proteste violente mirate a imporre un governo contro la volontà della maggioranza sono un’altra.

Quanto è grave la crisi economica che affronta il paese?

Pochi, e meno di tutti il governo Maduro, negano che il Venezuela sta affrontando dei problemi economici gravi. Tuttavia non hanno nulla a che vedere con quanto dipinto dai media privati.

Ad esempio, nonostante i problemi dell’inflazione e della scarsità di merci, il Venezuela ha registrato un declino del tasso di povertà (dal 21,6% del 2012 al 19,6% dell’anno scorso) e del tasso di disoccupazione (dal 5,9% al 5,6%). http://www.ciudadccs.info/?p=521684

Lo scorso giugno l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha elogiato il Venezuela per aver fatto molta strada nel ridurre la malnutrizione. La percentuale quotidiana di consumo di calorie per persona è in Venezuela superiore quasi del 60% all’assunzione minima proposta dalla FAO (3.182 calorie il giorno in Venezuela, rispetto a 1800 calorie). http://www.rlc.fao.org/es/paises/venezuela/noticias/venezuela-sera-reconocida-por-la-fao-en-roma/

L’anno scorso l’inflazione è stata molto elevata, al 56%, rispetto alla media del 23,4% del periodo della presidenza Chavez (1999-2012). Ma l’inflazione non è un problema nuovo in Venezuela.

I canali mediatici non hanno segnalato che nel decennio precedente l’elezione di Chavez, il tasso medio d’inflazione era del 52%, con picchi all’81% (1989) e al 103% (1996). http://www.elmundo.com.ve/firmas/blagdimir-labrador/la-inflacion-en-venezuela.aspx#ixzz2v3ZDTbw7

Queste e molte altre cifre indicano che il quadro è molto più complesso di quanto suggeriscano le presentazioni dei media.

Anziché gettare luce sulla situazione, i media preferiscono evidenziare fatti selezionati e incolpare il governo dei problemi. Ciò consente ai media di fare due cose.

Innanzitutto di celare il ruolo reale svolto dalle élite ricche del Venezuela nel causare problemi economici. A novembre dell’anno scorso, il governo venezuelano ha condotto una verifica di migliaia di negozi di proprietà privata e ha rilevato che quasi tutti erano coinvolti in ricarichi sui prezzi dal 500% al 10.000%.

Da allora il governo ha approvato una nuova legge che stabilisce tra il 15 e il 30% il limite ai margini di utile. Tale legge è entrata in vigore quasi contemporaneamente all’inizio delle recenti agitazioni.

Secondo: il ruolo dei media consiste nel rafforzare l’idea che qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo causerà un disastro.

Dal suo primo giorno in carica Chavez è stato denigrato dai media e contrastato dalle élite. Hanno respinto la sua proposta che lo stato venezuelano dovesse controllare le ricchezze petrolifere e ridistribuire la ricchezza più equamente.

Tali politiche hanno portato a una spettacolare caduta della povertà e hanno contribuito a tassi record di crescita economica. Hanno finanziato un’enorme espansione di servizi pubblici accessibili gratuiti (salute, istruzione, ecc.) e il trasferimento del potere alle comunità mediante il finanziamento di comitati di base di quartiere.

E’ per questo che il governo Maduro continua a godere del sostegno popolare, come dimostrato dalle elezioni e da grandi dimostrazioni filogovernative.

E’, anche, per questo che le élite ricche e i canali mediatici di loro proprietà lavorano continuamente per far cadere il governo. Parte di questa campagna comporta lo screditare l’idea stessa che i bisogni del popolo possano avere priorità sul mercato.

Questo è anche il motivo per cui non si tratta di difendere un governo da dimostranti. Si tratta di difendere un movimento politico dei poveri contro la reazione violenta delle vecchie élite.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/violence-in-venezuela-the-myths-versus-facts/

Originale: Green Left Weekly

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2014 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0